Maria Sole Agnelli ci ha lasciato ieri sera, alla conclusione del giorno di Natale. E’ difficile descrivere compiutamente ciò che rappresenta un evento del genere perché Maria Sole Agnelli pur nella sua elegante riservatezza e raffinata discrezione è stata un personaggio enorme per almeno tre grandi ‘mondi’ che l’hanno vista protagonista centrale.
Il primo dei tre mondi è naturalmente quello della famiglia Agnelli. Non c’è bisogno di aggiungere altro per capire: si tratta di una realtà che per l’Italia intera rappresenta una parte molto consistente di storia passata, presente e certamente anche futura a livello politico, economico, industriale, sportivo, sociale, culturale.
Il secondo dei tre mondi è quello che potremmo definire della sua famiglia personale, privata, la sua diretta discendenza composta da una larga schiera di nipoti avuti da cinque figli: una piccola comunità di cui lei è sempre stata il punto di riferimento per tutti, il perno intorno cui avveniva la continua rotazione di fatti ed eventi, la voce e la mente da cui ricevere consigli, suggerimenti, esempi. Una grande madre e nonna e bisnonna adorata perché capace di farsi amare nel senso più profondo e completo dell’espressione.
Il terzo mondo è quello dello sport equestre. Maria Sole Agnelli è stata determinante per l’equitazione italiana sotto molti punti di vista: come proprietaria, dirigente, allevatrice. Ma molto più di quanto si possa pensare… Il suo primo marito, infatti, è stato il conte Ranieri di Campello, sposato il 7 settembre del 1953, l’uomo che alla guida della Fise dal 1943 al 1959 – prima come commissario, poi come reggente, infine come presidente a tutti gli effetti – ha rifondato l’equitazione italiana dopo la fine della seconda guerra mondiale. Maria Sole con la sua competenza, la sua lungimiranza e soprattutto la sua passione viscerale per lo sport e per i cavalli gli è stata imprescindibile compagna anche in questo compito.
Scomparso purtroppo prematuramente Ranieri nel 1959, Maria Sole ha in seguito rivestito spesso ruoli di impegno personale e pubblico nel mondo dello sport equestre come componente il consiglio federale, come riferimento organizzativo soprattutto per la specialità del completo, offrendo incondizionatamente la sua disponibilità ogni qual volta le sia stata richiesta, come ad esempio mettendo a disposizione le scuderie della sua tenuta di Castel Lombardo per ospitare nove cavalli acquistati dalla Fise nel dicembre del 1959 in vista delle Olimpiadi del 1964, o come offrendo gratuitamente alla Fise due cavalli di sua proprietà da inserire nella preparazione in vista delle Olimpiadi di Roma 1960.
Parlando di Olimpiadi impossibile non ricordare il cavallo Woodland, per l’appunto di proprietà di Maria Sole Agnelli, in sella al quale il grande fuoriclasse azzurro Alessandro Argenton ha conquistato la medaglia d’argento individuale ai Giochi di Monaco 1972… Peraltro solo uno dei suoi tanti cavalli che numerosi cavalieri italiani di alto livello hanno portato in gare internazionali di completo.
L’apporto di Maria Sole Agnelli al mondo dello sport equestre azzurro si è poi sviluppato in modo molto consistente grazie anche alle figlie avute dal matrimonio con Ranieri di Campello: Cintia, Argenta, Virginia (oltre a Bernardino) sono persone profondamente inserite nella vita e nelle dinamiche dell’equitazione italiana, mentre Paolo Torlonia (figlio di Cintia e di Leopoldo Torlonia) ed Evelina, Alice e Sara Bertoli (figlie di Argenta e di Gian Antonio Bertoli) sono a loro volta atleti di livello internazionale.
Maria Sole Agnelli è nata il 9 agosto 1925. Ci ha dunque lasciato dopo aver compiuto da qualche mese il suo centesimo anno. La vita ovviamente ha le sue regole e le sue leggi: le rispettiamo tutti, ovviamente, ciò nondimeno la consapevolezza della scomparsa di una persona come lei ci lascia disorientati… come nell’accorgersi della mancanza di qualcosa che c’è sempre stato e che sembrava destinato a non mancare mai.
























